Chi è Walter Moers, uno scrittore di libri per bambini? Questa sarebbe la prima impressione se ci fermassimo solo alle copertine (peraltro fantastiche ed illustrate, come il libro, dallo stesso autore). Ma appena iniziamo a leggere, superato l’iniziale convincimento di trovarci nella serena letteratura per l’infanzia ci rendiamo conto di trovarci invece di fronte a una complessità di contenuto decisamente adulta. Ci viene in mente il migliore Ende.
Avevo già incontrato Moers nelle “13 vite e mezzo del capitano Orso Blu”, libro che mi aveva stregato per le sue invenzioni. Orbene, dove ci troviamo? In una terra fantastica, Zamonia, popolata da infinite creature, popoli e luoghi così strani e surreali da fare impallidire Hieronymus Bosch. In questo universo, perfettamente coerente, incontriamo orsi colorati parlanti, funghi allucinogeni, orchidee senzienti che si lamentano dei vicini di radici, creature vegetali fameliche, meteore aliene, streghe e ogni altra diavoleria in una sarabanda sfrenata che sembra non avere fine.
La storia segue l’incredibile avventura di Ensel e Krete, emuli dei più famosi Hansel und Gretel. Ma qui i fratelli Grimm hanno assunto funghi allucinogeni prima di iniziare a scrivere e il viaggio è decisamente psichedelico. In vacanza con i genitori nell’apparente idilliaca terra degli Orsi Colorati (orsi parlanti caratterizzati dal fatto di avere ciascun un proprio unico colore) si avventurano fuori dai sentieri permessi ai turisti e qui…beh succede proprio di tutto.
Senza rovinare le sorprese della trama quello che si va ad affrontare è un viaggio in cui realtà, fantasia e allucinazione si intrecciano continuamente. Entriamo in un mondo decisamente sinistro e notevolmente inquietante, anche per un adulto. Siamo decisamente dalle parti degli incubi ed è evidente che il vero destinatario dello scrittore non è l’infante (e se avessi letto questo libro da bambino mi sarei sicuramente spaventato).
A rinforzare l’aspetto adulto dell’opera i frequenti inserimenti e divagazioni dell’autore immaginato dell’opera, uno dei più famosi scrittori di Zamonia, ovvero Ildefonso de’ Sventramitis, un ultracentenario dinosauro che si intrattiene con il lettore (le ‘divagazioni Sventramitiche’) e lo porta nella metaletteratura (una breve biografia dello Sventramitis chiude peraltro il volume).
Abbiamo quindi di fronte un libro complesso, fruibile su molti livelli contemporaneamente e che si rifiuta di farsi chiudere in un genere letterario specifico. Proprio come nel romanzo e come i personaggi che si incontrano, nulla è come sembra. Consigliato a chi non ha paura di osare e lasciar correre la fantasia a briglia sciolta.


Lascia un commento